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Capitolo 3 - Un racconto dal passato

  ?Vedete, questa terra potrà anche sembrare pacifica senza la presenza di creature ostili ma vi assicuro che non è assolutamente così.?

  Sono passati ormai 7 anni da quel grande incubo, ma non riuscirò mai a dimenticare ciò che ho visto, era una giornata come un’altra, stavo aiutando mio padre a forgiare gli Ankhan senza gemme incastonate, quando improvvisamente.

  ?Renjiro, che ne dici di provare a forgiare un Ankhan completamente da solo? Voglio vedere come te la cavi.?

  ?Certamente!?

  Ero veramente contento, il primissimo Ankhan fatto da me senza l’aiuto di nessuno, decisi di fare un anello poiché era il tipo di Ankhan che mi riusciva più facile da forgiare, presi l’oro e lo sciolsi dentro uno stampo a forma di barretta molto piccola e dentro lo stampo dell'incastro per le gemme, dopodichè quando era diventato leggermente più solido presi delle pinze e cominciai a dargli la forma di un anello, e ci misi sopra l’incastonatura, infine misi il tutto dentro l’acqua per raffreddarlo e una volta freddo cominciai a rifinirlo da tutte le eventuali impurità.

  Mio padre mi stava osservando con uno sguardo molto serio e fiero.

  ?Hai fatto un buon lavoro, complimenti sono fiero di te Renjiro! Come premio avrai tutto il resto della giornata libera, vai a divertirti come meglio credi.?

  ?Certamente, grazie mille papà!?

  Lo abbracciai e poi andai dalla mamma per raccontargli quello che avevo appena fatto.

  ?Mamma, mamma ho fatto il mio primissimo Ankhan completamente da solo, senza l’aiuto di papà!?

  Lei mi guardò con un dolce sorriso e mi mise una mano sulla testa accarezzandola dolcemente.

  ?Sei proprio uguale a tuo padre sai? Anche lui esattamente a 13 anni aveva fatto il suo primo Ankhan da solo, all’epoca eravamo semplici amici anche se ci conoscevamo da quando eravamo piccoli e per questo aveva deciso di forgiare un anello e di regalarmelo in segno di amicizia, non lo indosso quasi mai poichè sono sempre stata un po’ impacciata e mi dispiacerebbe perderlo o rovinarlo, mi ricordo ancora il sorriso che aveva sul volto quando mi aveva consegnato il regalo era contentissimo e credo che sia da quell’esatto momento che io e tuo padre abbiamo cominciato ad avvicinarci sempre di più fino a diventare una coppia. Comunque non voglio stare qui a rubarti altro tempo, hai il resto della giornata libero no??

  ?Si, grazie mille mamma!?

  Ero felicissimo e così andai da mia sorella Reiko a raccontare tutto quanto anche a lei, anche lei era felicissima per la notizia, nel mentre i nostri genitori stavano gestendo la bottega come sempre mentre io e mia sorella avevamo deciso che per festeggiare avremmo giocato con tutto ciò che trovavamo nel retrobottega, quando all’improvviso ben nascosta da un mucchio di oggetti, una scatola nera e con una linea che forma un rettangolo bianco vuoto con su scritto “Tavola Ouija" saltò subito ai nostri occhi e allora decidemmo di prendere la scatola e portarla in casa nostra, appena arrivati andammo nella nostra cameretta e aprimmo la scatola al cui interno trovammo un libretto rosso un poco scuro con sopra scritto in bianco sporco “Istruzioni”, e da lì cominciammo a reperire tutti i materiali che venivano richiesti su quel libretto e li sistemammo tutti quanti dentro la nostra stanza, e così seguendo le istruzioni avevamo appoggiato la tavola al preciso centro della stanza, la circondammo con 9 candele nere collegate da un cerchio fatto con il sale, accendemmo tutte quante le candele e misimo le dita sopra la tavola, e cominciammo a fare delle domande.

  ?Io mi chiamo Renjiro e lei è la mia sorella gemella Reiko, tu come ti chiami??

  Non ricevemmo alcuna risposta.

  ?Per caso c’è qualcuno che può sentirci??

  Ancora una volta, non riceveremo nessuna risposta.

  ?Questa cosa è una truffa, andiamocene via Reiko.?

  E così io e Reiko tolsimo le dita dalla tavola senza dire addio visto che nessuno spirito sembrava aver risposto, spensimo le candele nere e misimo delle candele bianche al loro posto, le accendemmo e poi ce ne andammo via lasciando tutto lì, io andai da Tuthakhamon a prendere i materiali che i nostri genitori avevano ordinato mentre Reiko era ritornata nella bottega, nel mentre ero arrivato al mercato e avevo già preso tutto ciò che dovevo prendere così io stavo tornando con il carico di materiali che avevamo richiesto a Tutankhamon e non appena arrivai davanti la bottega guardai il cielo, il sole era diventato completamente nero con un sottile bordo giallo, nostra madre Rimitsu Jokarin aprì improvvisamente in fretta e furia la porta della bottega, mi strinse tra le braccia piangendo

  ?Per fortuna stai bene.?

  Mi prese e mi portò di corsa all’interno della bottega lasciando lì per terra la cassa con i materiali, chiuse molto velocemente e violentemente la porta, fece radunare sia me che Reiko che nostro padre Shunjiro Chifakuji al centro della stanza assieme a lei e per qualche motivo a me ancora sconosciuto prese in mano un’Ankh e cominciò a formulare una sottospecie di incantesimo, cominciai a vedere che la gemma dello spirito contenuta nell’Ankh stava cambiando colore da grigia diventando nera e apparve il simbolo di uno scudo bianco, mi accorsi che attorno a noi si stava creando una barriera, subito dopo i nostri genitori uscirono entrambi dalla barriera e ci dissero di rimanere lì dentro ma prima di farlo mio padre mi diede l’Ankhan a forma di anello che forgiai quella mattina però con una gemme dello spirito incastonata al suo interno, mi guardò con un sorriso e uno sguardo ardente di fiducia.

  ?Mi raccomando, qualunque cosa succederà proteggi Reiko, conto su di te!?

  Dopo averci salutato vedemmo che entrambi uscirono dalla bottega e chiusero la porta salutandoci nuovamente con un sorriso, sentivano strani rumori provenire da ogni dove, non sapevamo che fare e speravamo che tutto ciò avesse finalmente una fine, eravamo terrorizzati non riuscivamo a muoverci siamo rimasti tutto il tempo abbracciati l’uno all’altra.

  Era passato molto tempo, non si sentiva più niente e provammo ad uscire per cercare i nostri genitori ma la barriera a quanto pare ci impediva di uscire di lì per qualche motivo, le luci magiche della bottega si stavano affievolendo poiché non venivano ricaricate da parecchio tempo, improvvisamente la porta si aprì e vedemmo nostra madre che aveva aperto la porta, eravamo veramente felici, gridammo a più non posso a nostra madre di venire ad aprire la barriera per salutarci, si stava avvicinando, lentamente senza dire nessuna parola, non appena fu abbastanza vicina per poterla vedere bene vidi che era piena di sangue e ferite e in faccia aveva un sorriso sadico molto soddisfatto di qualcosa che aveva compiuto da poco, mi accorgo che assieme a lei stava trascinando qualcosa di molto grosso e ci accorgemmo subito che era il cadavere del nostro defunto padre.

  ?Hahahahaha, è stato veramente facile soggiogare quest’uomo, mi è bastato impossessarmi del corpo della sua amata e non ha più fatto niente per fermarmi.?

  Io e Reiko non capivamo cosa stesse succedendo, continuavamo a piangere a dirotto mentre nostra madre era lì che continuava a dire, continuava a gridare che noi saremmo stati i prossimi, le luci si spensero e si riaccesero ed improvvisamente per qualche secondo smise di ridere, vidi che stava piangendo e mentre il suo volto ricoperto di sangue era pieno d’angoscia e mentre continuava a coprirsi di lacrime mi disse:

  ?Ti prego Renjiro, uccidimi.?

  Subito dopo quella frase le luci si spensero e riaccesero nuovamente e ricominciò a ridere sadicamente, a quel punto avevo capito che stare lì a piangere era inutile, avrei dovuto uccidere io stesso quella persona che ha dato vita a me e mia sorella, quella persona che ci ha amato, ha giocato con noi e ci ha accudito, improvvisamente sentì una voce provenire dal nulla che mi disse:

  ?Il mio nome è Ignis Ra, ti aiuterò a sconfiggere l’essere che si è impossessato di tua madre.?

  In quel momento non ci diedi troppo peso e quindi presi coraggio e utilizzai l’Ankhan che mi ha affidato mio padre per abbassare la barriera che nostra madre eresse per poter uscire a combatterla, la mia pietra si stava colorando di Giallo, ma il sole non era bianco, stava diventando rosso, rosso come la rabbia che stavo provando in quel momento, avevo finalmente rimosso la barriera e sulla gemma era apparsa una crepa, stavo per attaccare quando improvvisamente la porta venne distrutta e un vecchietto con in mano uno strano bastone mi fermò.

  ?Non lo fare ragazzo, o te ne pentirai per tutta la vita, mi dispiace di non essere riuscito ad arrivare prima ma lasciate che sia un vecchio amico di famiglia ad occuparsi della cosa.? Mi accorsi subito che la determinazione nei suoi occhi è la stessa che avevo visto in quelli di mio padre, presi per mano mia sorella e scappai dalla bottega per dirigermi a casa a distruggere ciò che aveva causato tutto questo trambusto, mentre ci stavamo dirigendo all’uscita mi accorsi che il vecchio che stava combattendo nostra madre pronunciò una frase.

  ?Brucia tutto ciò che è impuro: Ra, spirito antico del Sole.?

  Subito dopo il suo bastone improvvisamente prese fuoco e si trasformò in una magnifica katana con un’impugnatura bianca e triangoli gialli e un’elsa che aveva la forma delle fiamme ma non era il momento di stare lì a farsi incantare, ci sbrigammo a dirigerci verso la nostra casa mentre per strada c’era di tutto, degli esseri dalle fattezze umane chi più chi meno, alcuni trasparenti, altri ricoperti di bende, altri vividi ma pieni di ferite e buchi era uno spettacolo orrendo, tutti quanti in città stavano morendo, in giro per la via c’erano solo quei mostri nient’altro, davvero raccapricciante, arrivammo a casa e andammo subito in camera nostra, tramite l’Ankhan utilizzai un’hekau di fuoco in modo che potesse distruggere per sempre quella maledetta tavola, questa volta ero calmo infatti il sole sulla gemma dello spirito gialla era bianco, distrussi una volta per tutte quella maledetta tavola e improvvisamente tutti quei molesti rumori che si sentivano fino a poco fa erano spariti, la gemma che era incastonata sul mio Ankhan si era completamente frantumata perchè non era predestinasta ad essere mia, dopo aver distrutto quella tavola uscimmo subito di casa e la prima cosa che notammo erano i cadaveri delle persone morte in questo disastro, però notammo anche che il sole era ritornato normale, ci dirigemmo in fretta e furia alla bottega, il vecchio era lì fuori con uno sguardo triste in volto, teneva le mani poggiate sul suo bastone e sembrava quasi che stesse pregando, ci fecimo coraggio ed entrammo nella bottega, entrambi i nostri genitori erano lì stesi a terra, mano nella mano con uno sguardo felice e calmo per qualche motivo, nel mentre sia io che Reiko stavamo piangendo a dirotto senza mai fermarci, dopo qualche ora eravamo finalmente riusciti a calmarci un po’ e così il vecchio che era venuto in nostro soccorso entrò a presentarsi.

  ?Sono Yamamoto Asahi, un buon amico dei vostri genitori, mi dispiace di non essere potuto arrivare in tempo per salvarli…?

  ?Non è colpa tua signor Yamamoto…?

  ?Tranquilli, potete chiamarmi Asahi senza troppi problemi?

  ?Va bene signor Asahi, come le dicevo la colpa n-n-non è né sua né di mia sorella… la colpa è solo ed esclusivamente mia…?

  Mi fermai improvvisamente senza finire la frase perché il vecchio Asahi mi mise una mano sulla testa, si abbassò e mi guardò negli occhi con uno sguardo molto dolce.

  ?Ogni persona ed essere vivente ha un suo destino, solo che non ci è dato saperlo e lo scopriamo man mano che lo percorriamo. Il loro destino ha voluto che la loro vita finisse qui, in questo luogo ed in questo momento e come puoi vedere dai loro volti, non sono dispiaciuti, sai perché? Perché non hanno rimpianti, hanno vissuto le loro vite al meglio crescendo due bambini forti e vivaci a cui hanno dato tutto l’amore che potevano, hanno affrontato tutte le complessità e gli ostacoli della vita per arrivare fin qui a testa alta, per questo dovresti essere fiero dei tuoi genitori. Vuoi portare insieme a me in un luogo di riposo degno di questo nome per i vostri genitori e tutti coloro che hanno perso la vita quest’oggi??

  Senza pensarci due volte, gli dissi di sì.

  ?Bene, prima di farlo però voglio che sappiate che nessuno a parte noi si ricorderà di questa tragedia, quindi non fatene parola con gli abitanti di Egyxo, inoltre avrei una richiesta da farvi. Arriverà il giorno in cui una giovane coppia si presenterà nella vostra bottega, una ragazza dai capelli rossi come le fiamme dell’Ignis arbor, ed un ragazzo dai capelli blu come le fronde del Lapis lumi?, sarà in quel preciso momento che voi dovrete raccontare loro quello che è successo oggi, spiegare loro come si usano gli Ankhan e aiutarli nel loro viaggio.?

  All’inizio non capimmo di che cosa parlava il vecchio Asahi e così senza pensarci due volte acconsentimmo la richiesta che ci aveva fatto così ci dirigemmo tutti e tre verso una piazzola dove era collocato un piccolo tempietto che ho sempre visto dall’esterno e mai dall’interno, tantoché quando entrai rimasi sbalordito, al suo interno era immenso, gigantesco sembrava quasi non avere una fine, e c’erano delle tombe già ben disposte per tutti quanti incluse due per i nostri genitori.

  ?Hehehe, certo che gli piace proprio fare le cose in grande.?

  Disse Asahi ma tutt’ora non so a chi si stava riferendo con quelle parole, non avendoci dato troppo peso ci misimo a lavoro sistemando nelle varie tombe tutti quanti i morti di quel giorno. Il giorno seguente uscimmo di casa e come disse Asahi nessuno tra i sopravvissuti ricordano che cosa fosse successo, vivevano la loro vita tranquillamente come sempre, da quel momento in poi pur avendo solo 13 anni abbiamo gestito noi la bottega dei nostri genitori fino ad oggi.

  ?Ancora ad oggi non riesco a non sentirmi colpevole di ciò che è accaduto quel giorno, è proprio vero che la curiosità uccide il gatto.?

  Reiko abbracciò Renjiro che stava quasi per piangere ripensando a ciò che era accaduto e nel mentre una coppia di persone apparve improvvisamente davanti a Reiko e Renjiro.

  ?Dovresti smetterla di pensare ancora a ciò che è accaduto nel passato, non è colpa tua ciò che è successo, dovresti cercare di andare avanti, hai fatto passi da gigante in questi anni gestendo la bottega completamente da solo insieme a tua sorella, io e tuo padre siamo veramente fieri di voi e vorremmo anche farvi un dono per congratularci con voi ma purtroppo le nostre parole non arriveranno mai alle vostre orecchie quindi.?

  ?Puoi stare tranquillo, i tuoi genitori non te ne fanno una colpa, anzi sono felici che sei riuscito fino ad adesso a gestire completamente da solo la bottega e vorrebbero anche voi due aveste un dono da parte loro.?

  ?S-sexta ma ti pare il caso di sparare delle cavolate del genere in un momento così drammatico!??

  Sextus si girò verso Sexta tenendo gli occhi chiusi con la mano dietro la testa.

  ?Capisco che vuoi tirargli su di morale però non è questo il modo giusto per far…?

  Sextus prima di finire la frase aprì gli occhi e si stoppò improvvisamente.

  ?Guarda che sono seria non sto scherzando! E poi perchè ti sei fermato all’improvviso??

  ?Sexta, perché la pupilla del tuo occhio sinistro è diventata una luna bianca??

  Tutti quanti nella stanza, dopo quella domanda, notarono quella peculiare trasformazione e non sapevano come reagire, la stessa Sexta era completamente confusa e non sapeva come comportarsi. Quella coppia improvvisamente apparsa dal nulla poco prima, era esterrefatta del fatto che qualcuno potesse interagire con loro e così si avvicinarono entrambi a Sexta, la signora prese le mani di Sexta e chiese:

  ?Ma allora tu riesci a vederci??

  ?Ovvio che riesco a vedervi, ma che domande sono! Perché non dovrei riuscire a vedervi??

  Renjiro era sbalordito da ciò che stava succedendo e, andando davanti a Sexta, compenetrandosi senza accorgersene con la strana coppia che era già davanti a lei, si mise in ginocchio e chiese:

  ?Ti prego, potresti descrivermi queste due figure che vedi in questo momento??

  ?Certamente, anche se non capisco perché me lo stai chiedendo uno dei due è una donna abbastanza alta con i capelli mossi rosa e le punte verde acqua chiaro, ha dei bellissimi occhi azzurri che ricordano il mare, un sorriso molto dolce ed indossa un vestito bianco. Mentre l’uomo è leggermente più alto di te, molto massiccio e pieno di muscoli, ha dei capelli mossi abbastanza lunghi, con dei capelli gialli con le punte rosse, uno sguardo molto fiero con degli occhi rossi e gialli che ricordano un fuoco ardente.?

  ?Sono loro.?

  Dopo aver affermato ciò, Renjiro scoppiò a piangere in lacrime di gioia.

  ?Sono i nostri genitori, Reiko!?

  La giovane coppia di fantasmi alla fine si è rivelata essere il padre e la madre dei gemelli Chikafuji.

  The story has been illicitly taken; should you find it on Amazon, report the infringement.

  ?A-A-ASPETTA UN MOMENTO, HAI DETTO F-F-FANTASMI!?!?

  ?Sì, pensavo l’avessi capito ormai, Sexta. Sei anche stata nella loro dimensione. Whoops, forse non dovevo dirlo.?

  ?MI STAI DICENDO CHE TU, NARRATORE DEI MIEI STIVALI, SAPEVI BENISSIMO DOVE MI TROVAVO IN QUEL MOMENTO QUANDO ERO DA SOLA E POTEVI BENISSIMO INTERAGIRE CON ME MA NON LO HAI FATTO EH!?!?

  ?Beh, non la metterei proprio in questi termini ma sì, come ti è già stato accennato da qualcuno, ci sono cose che si possono sapere solamente a tempo debito. Abbi un po’ di pazienza. Possiamo ora continuare questa storia??

  Sexta si voltò da un’altra parte, gonfiò le guance e mi rispose: ?No, non voglio. Io mi rifiuto di avere a che fare con i fantasmi.?

  ?Hai provato a parlare con loro prima di giudicarli? Sai, non tutti i fantasmi sono cattivi come quelli che vedi nei film horror.?

  Sexta si voltò verso di me e con uno sguardo felice mi chiese: ?Davvero??

  ?Certo, che motivo avrei di mentirti??

  Sexta gonfiò nuovamente le guance prima di rispondere.

  ?Come se non l’avessi già fatto eh!??

  ?Ad ogni modo, possiamo continuare con la storia??

  Sexta, con uno sguardo offeso e stando a braccia conserte guardando di lato, mi rispose:

  ?Va bene.?

  ? Nome Completo

  ??????????????????????

  Rimitsu Jokarin

  ? Età

  ??????????????????????

  Sconosciuta.

  ? Altezza

  ??????????????????????

  178cm

  ? Capelli

  ??????????????????????

  Lunghi capelli mossi, di colore rosa

  con le punte di colore verde chiaro.

  ? Occhi

  ??????????????????????

  Azzurri come il mare

  ? Ankhom

  ??????????????????????

  Bastet ???

  ? Descrizione

  ??????????????????????

  Sembra una donna molto calma che sa il fatto suo, ama la

  sua famiglia ed i suoi figli, in vita dev’essere stata una

  grandissima madre che riusciva a tener testa a tutte le

  difficoltà che gli si paravano davanti.

  ? Nome Completo

  ??????????????????????

  Shunjiro Chikafuji

  ? Età

  ??????????????????????

  Sconosciuta.

  ? Altezza

  ??????????????????????

  Circa 180cm

  ? Capelli

  ??????????????????????

  Capelli mossi abbastanza lunghi,

  di colore giallo con le punte

  di colore rosso.

  ? Occhi

  ??????????????????????

  Uno rosso ed uno giallo.

  ? Ankhom

  ??????????????????????

  Sconosciuto.

  ? Descrizione

  ??????????????????????

  Possiede una corporatura massiccia che ispira protezione a

  tutti coloro che gli sono vicini, i suoi occhi sono come due

  fiamme ardenti piene di determinazione e coraggio, non si

  ferma davanti a nessuno, è una figura paterna decisamente

  eccezionale, dev’essere per questo che sono tutti così tanto

  legati in questa famiglia.

  I due gemelli Chikafuji erano felicissimi della notizia, stavano entrambi piangendo lacrime di gioia mentre si abbracciavano.

  In tutto ciò, Sextus aveva le stelle agli occhi da chissà quanto tempo, non riusciva a credere che in questo mondo i fantasmi esistessero per davvero, anche se purtroppo non poteva vederli. Voleva chiedere tantissime cose a Sexta, ma sapeva che facendolo sarebbe sicuramente incappato nella sua ira funesta e quindi decise di continuare a festeggiare in silenzio.

  Rimitsu prese nuovamente per mano la giovane Sexta, implorando:

  ?Ti prego, ci sono dei doni che vorremmo entrambi dare ai nostri figli, tu sei l’unica che può vederci e sentirci per poterglieli dare, ci aiuteresti??

  Sexta stava cercando in tutti i modi di mantenere il controllo, anche se dalla sua espressione si capiva che se la stava quasi per fare addosso. Ma tralasciando questi particolari, rispose: ?C-certamente, n-non vedo d-dove sia il problema.?

  ?Stai tremando come una foglia, il problema lo vedo e come, Sexta.?

  Al sentire quella frase, si alterò un attimo.

  ?FATTI GLI AFFARI TUOI, SEXTUS! NESSUNO HA CHIESTO LA TUA OPINIONE E RICORDA, PER TE SONO TOKIKO E NON SEXTA, TIENILO BENE A MENTE!?

  Tutti in quella stanza dissero la stessa cosa allo stesso identico momento a Sexta e Sextus:

  ?Chi disprezza, compra!?

  In quel momento, tutti quanti cominciarono a ridere come matti, talmente tanto da aver contagiato anche Sexta e Sextus. Dopo un po’ di tempo, tutti smisero di ridere e ripresero a parlare. ?Vedi Sexta, io e mia moglie Rimitsu avevamo intenzione di far ereditare ai nostri figli i nostri Ankhan, perciò quando il vecchio Asahi è entrato per liberare la mia amata dalla possessione di quello spirito maligno, io ero in fin di vita e mia moglie anche per tutte le ferite che aveva, perciò abbiamo chiesto con le ultime forze che avevamo ad Asahi di nascondere i nostri Ankhan, così che un giorno qualcuno potesse farli trovare a loro due e lui acconsentì alla nostra richiesta, raccontandoci di una ragazza dai capelli rossi che ci avrebbe dato una mano e subito dopo, morimmo diventando fantasmi. Da allora, abbiamo sempre vegliato sui nostri figli, cercando di fare il possibile per proteggerli.?

  Rimitsu guidò Sexta verso uno scaffale che si trovava all’interno di quella stanza.

  ?Ora, tutto ciò che devi fare è aprire il cassetto nascosto che si trova in fondo allo scaffale. Se vedi, c’è un piccolo spazio per infilare una mano lì sotto.?

  Sexta fece come disse Rimitsu e aprì un cassetto al cui interno c’erano 2 Ankhan.

  ?L’anello in oro blu che vedi è quello che mio marito Shunjiro aveva forgiato per me e vorrei che Reiko lo ereditasse.?

  Shunjiro si avvicinò a Sexta.

  ?Quegli orecchini in oro sono quelli che mia moglie Reiko aveva forgiato in segreto con l’aiuto di mio padre per regalarmeli quando ci sposammo e vorrei che fosse Renjiro ad ereditarli.?

  Renjiro, Reiko e Sextus erano ancora increduli del fatto che i fantasmi esistessero e che Sexta riuscisse a vederli, per questo stavano guardando tutto ciò che era appena successo in completo silenzio. Sexta prese i due Ankhan e li consegnò a Reiko e a Renjiro, spiegando loro la volontà dei loro genitori e la storia di quegli Ankhan, i due scoppiarono a piangere, non ci sono parole che possano descrivere i loro sentimenti attuali, i loro genitori erano felici che finalmente erano riusciti a far ereditare i loro Ankhan ai loro figli.

  ?Direi che il momento delle lacrime può anche finire, non credi Reiko??

  Disse Renjiro con uno sguardo di immensa felicità e Reiko rispose annuendo, entrambi asciugarono le loro lacrime e ripresero il discorso iniziale.

  ?Partiamo dalle basi, sapete cosa sono gli Ankhom e quali sono i vostri Ankhom??

  ?Sì, sappiamo già che sono 9 in tutto e che il mio è Maat, mentre quello di Sexta è assolutamente sconosciuto.?

  ?In realtà dovete sapere che gli Ankhom si dividono in Antichi, Maggiori e Minori. Quei 9 che conoscete sono gli Ankhom degli Antichi, ognuno di essi ha una specialità, ma in genere possono utilizzare quasi tutti gli Ankhom Maggiori, anche detti Superiori e Minori, anche detti Inferiori. Quelli più comuni con cui si nasce sono i Minori, i Maggiori sono più rari dei Minori, ma più comuni degli Antichi, ed infine quelli Antichi sono i più rari di tutti.?

  Gli Ankhom Maggiori/Superiori sono:

  Helios: rappresentato dal simbolo di un portale.

  Sfumature: Aqua, Verde acqua.

  Yukise: rappresentato dal simbolo di un fiocco di neve.

  Sfumature: Blu ghiaccio, Azzurro.

  Seth: rappresentato dal simbolo di una stella cadente.

  Sfumature: Scarlatto, Nero ombra.

  Osiris: rappresentata dal simbolo di una stella.

  Sfumature: Celeste, Bianco antico.

  Mentre gli Ankhom Minori/Inferiori sono:

  Ifrit: rappresentato dal simbolo di una fiamma ardente.

  Sfumature: Rosso.

  Nek: rappresentato dal simbolo di una goccia d’acqua.

  Sfumature: Ciano.

  Golem: rappresentato dal simbolo di una pietra.

  Sfumature: Marrone.

  Zefiro: rappresentato dal simbolo del vento che soffia.

  Sfumature: Verde viridiano.

  ?Come avrete notato sicuramente, ognuno degli Ankhom maggiori ha 2 sfumature, mentre i Minori, diversamente dagli Antichi e dai Maggiori, hanno solamente 1 sfumatura e non 3 o 2, infine c’è l’ultima categoria, quella dei senza Ankhom, la gemma dello spirito si colora di un nero molto scuro e intenso in questo caso e non appare nessun simbolo, non ci si può sbagliare.?

  Sexta si era accasciata a terra ed uno strano alone nero, tetro e oscuro si era generato attorno a lei, dalla sua faccia si capiva benissimo che era demoralizzata per qualcosa che era successo. ?Sexta, come mai sei così depressa? è successo qualcosa mentre parlavo? Quando faccio discorsi piuttosto lunghi, perdo la cognizione dello spazio e di chi mi sta intorno, continuando ininterrottamente.?

  ?No Renjiro, tu non centri nulla tranquillo, semplicemente la gemma dello spirito quando è andata in mano a lei, si è tinta esattamente come hai detto tu, di nero senza che nessun simbolo apparisse.?

  Reiko guardò in faccia Renjiro per qualche secondo come per dire “Posso chiederglielo?” e lui annuì.

  ?Immagino che tu e Sexta siate già a conoscenza della leggenda dello straniero dalla gemma dello spirito nera, non è vero??

  ?Esattamente, ce ne ha parlato Tutankhamon dopo che gli sguardi di tutti coloro che stavano in quella piazza ci hanno fulminato.?

  Reiko si avvicinò a Sexta e la abbracciò.

  ?Mi dispiace che tu debba soffrire così tanto per una stupida leggenda che probabilmente è fondata sul nulla.?

  Sexta si staccò da Reiko, si alzò e chiuse gli occhi, si mise a braccia conserte guardando di lato e gonfiò le guance perché come al solito deve fare la bambina offesa.

  ?Eh? Ma guarda che io non sto male per quello, a me dispiace non avere un Ankhom, tutto qui.?

  Tutti nella stanza si misero a ridere, lei compresa, per sdrammatizzare la situazione.

  ?Ad ogni modo Sexta e Sextus, il vecchio Asahi vi ha mandati qui anche per imparare ad utilizzare gli Ankhan, giusto?? ?Esattamente però pensandoci bene, io e Sexta non mangiamo da un bel po’ di tempo, esistono dei posti per poter mangiare qui??

  ?Sì ce n’è uno qui vicino, basta che una volta usciti dalla bottega andiate sempre a destra finché non vedete un edificio in legno di lapis lumi, prima che me lo chiediate, il colore del legno è di un blu piuttosto scuro.?

  Renjiro si mise davanti a Sextus ed entrambi si strinsero la mano destra in segno di amicizia.

  ?Va bene grazie mille, ci vediamo più tardi allora!? ?Certamente Sextus, saremo qui ad aspettarvi, buon pranzo!? Dopo aver salutato tutti quanti, Sextus e Sexta si diressero verso la locanda che si trovava letteralmente a due passi da lì, solo che una volta arrivati lì davanti…

  ?SEXTA!?

  ?Cosa c’è, Sextus? Non pronunciare il mio nome così a caso, non è carino.?

  Sextus era in un panico completo.

  ?Non abbiamo niente per poter pagare il cibo!? Improvvisamente anche Sexta cominciò a panicare, ma poi pensò.

  ?Ora che ci penso, il vecchio Asahi mi ha dato di nascosto una sacca con qualcosa dentro, magari sono cose da mangiare!? Sextus era un po’ scettico a riguardo, ma decise di stare al gioco.

  ?Mah va bene, basta che metta qualcosa sotto i denti.?

  Sexta tirò fuori dalla sua tasca una piccola sacca di stoffa chiusa da una corda legata, aprendola si accorsero subito come fosse molto più grande all’interno che all’esterno e…

  ?MA QUELLO Lì è ORO, SEXTA, SONO MONETE D’ORO!?

  Sexta e Sextus erano felici che finalmente si potevano permettere di pagare il cibo e così, senza indugio entrarono nella locanda. Videro che era piena di sedie e tavoli in legno di lapis arbor, c’era anche un bancone con uno scaffale pieno di bottiglie di vetro, con vicino una porta che portava alla cucina presumevano. All’interno di quella stanza c’erano anche delle scale che portavano al piano superiore, chissà cosa c’era lì. La locanda era completamente vuota in quel momento e così chiesero:

  ?C’è qualcuno per caso??

  Davanti a loro si parò un uomo che cominciò con le presentazioni.

  ?Salve giovincelli, vi do il benvenuto nella mia locanda, io sono Karim Aratiz e come potete vedere, oggi non ho ricevuto molte visite hahaha.?

  ? Nome Completo

  ??????????????????????

  Karim Aratiz

  ? Età

  ??????????????????????

  Sconosciuta

  ? Altezza

  ??????????????????????

  183 cm

  ? Capelli

  ??????????????????????

  Corti, di colore nero

  ? Occhi

  ??????????????????????

  Di colore marrone.

  ? Ankhom

  ??????????????????????

  Sconosciuto.

  ? Descrizione

  ??????????????????????

  è decisamente in forma, indossa dei vestiti tipici da barista,

  i suoi capelli, la barba e i baffi sono neri, dal suo sguardo

  sembra essere sempre molto rilassata ed ha in mano una

  collanina con una Ankh con la quale gioca sempre,

  sembrerebbe essere molto legato alla sua religione. A prima

  vista, sembra una persona piuttosto seria, ma che sa

  scherzare parecchio quando vuole.

  ?Ad ogni modo, quale buon vento vi porta qui da me oggi?? ?Salve, io sono Sextus e lei è Sexta, siamo qui perché questa locanda ci è stata consigliata dai gemelli Chikafuji e siamo venuti qui per mangiare.?

  ?Aah capisco, avete per caso delle preferenze sui piatti oppure no??

  ?Faccia lei, non penso che abbiamo preferenze, giusto Sexta?? ?Sì!?

  ?Eccellente, vi preparerò il piatto forte della casa allora! Voi intanto potete accomodarvi in uno dei tavoli.?

  Mentre continuava a giocare con l’Ankh in mano, Karim andò dietro al bancone ed entrò in quella porta in legno con una finestrina rotonda al centro, collocata abbastanza in alto, che sembrava essere quella della cucina. Loro si accomodarono ad un tavolo per due, guardandosi in faccia, ed entrambi arrossirono.

  ?Così sembra che siamo una coppia.?

  Pensarono entrambi all’unisono distogliendo gli sguardi l’uno dall’altro. Arrivò Karim con due piatti piani e con un sorriso soddisfatto.

  ?Prego servitevi pure.?

  Poggiò il piatto sul tavolo e videro che si trattava di una pizza margherita e sembrava fatta veramente benissimo. Sembrava perfetta sotto ogni punto di vista: cottura, forma, croccantezza dell’impasto, densità del sugo, avevano entrambi l’acquolina in bocca.

  ?Buon appetito, Sexta!?

  ?Grazie, anche a te Sextus!?

  Entrambi ne presero un pezzo e gli diedero un morso, le loro facce erano tremendamente disgustate dal sapore di quella pizza, il rosmarino e il prezzemolo erano sovrabbondanti su tutto il resto dei sapori, ma fecero finta di niente, resistendo fino alla fine e mangiandola tutta quanta. Nel mentre, Karim era già tornato in cucina e stava tornando con un nuovo piatto.

  ?Questo qui è il piatto del giorno, è una vera prelibatezza.?

  Un bel piatto di pollo con origano e peperoni, Sextus e Sexta erano sicuri che questa volta il piatto sarebbe stato perfetto sia nell’aspetto che nel sapore e che quello di prima era un caso, entrambi cominciarono a mangiare il pollo con gusto e lo finirono subito. Era buonissimo, ma si accorsero ben presto che la loro bocca stava cominciando ad andare in fiamme, perché oltre ai peperoni e all’origano erano presenti il pepe e il peperoncino, chiesero subito del latte mentre le loro bocche stavano andando a fuoco, Karim andò subito a prendere dei bicchieri, ci mise il latte dentro e loro lo bevvero subito tutto quanto e risolsero questo problema. Si sentiva un odore di fritto molto familiare provenire dalla cucina e improvvisamente Karim disse:

  ?Oh, sono finalmente pronte!?

  Questa volta ad entrambi un bel piatto di patatine fritte, Sexta e Sextus ormai erano diffidenti della sua cucina, quindi provarono a dare un semplice morso alle patatine che sembravano perfettamente fritte, belle croccanti e dorate, ma al primo morso si accorsero subito che erano salatissime.

  ?Questo qui ha un serio problema con il dosaggio delle spezie.? Pensarono entrambi allo stesso momento. Dopo aver finito di mangiare quelle patatine ultra salate bevendo un quantitativo di acqua immondo, Sextus e Sexta chiesero il conto e…

  ?Il tutto fa una sola moneta d’oro e come omaggio della casa, se volete, potete andare a rilassarvi nelle stanze che sono al piano superiore, giocando a carte o chiacchierando in tranquillità.?

  Sexta tirò fuori la moneta d’oro, pagò ed entrambi decisero di accettare la gentile offerta di Karim, salirono le scale accompagnati da lui che gli indicò quale stanza era libera e poi si rigirò andando di sotto. I due andarono davanti all’ultima porta del corridoio, entrarono e rimasero a bocca aperta dalla delusione. C'erano un tavolino, due sedie, una luce sul soffitto alimentata dalla magia, una finestra chiusa da due persiane in legno per non far entrare la luce e due panche attaccate su muri opposti con al di sopra dei vecchi libri.

  ?E noi dovremmo riuscire a riposarci su quelle robe? Impossibile.?

  Sexta si era già accomodata buttando giù tutti i libri, e stava già dormendo.

  ?Incredibile che velocità! Si è addormentata alla velocità della luce! Effettivamente è da tanto che non dormiamo, chissà quanto tempo è che siamo finiti in questo mondo…credo proprio che mi farò un pisolino anche io.?

  E così anche Sextus posò i libri a terra e si mise a dormire.

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